17 aprile 2014

pebble "steel" sensazioni d'uso, peculiarità e personalizzazione


Indossare orologi da polso è una di quelle cose che ho sempre trovato fastidiose. Non ho mai sopportato oggetti estranei attaccati al mio corpo. Non porto collanine, non ho mai acquistato bracciali, non ho, per ora, anelli al dito: non possiedo possedevo nulla di tutto ciò.

Adesso ho un pebble... steel.

Bentrovati ragazzi: dopo avervi mostrato il contenuto della confezione di vendita e le caratteristiche fisiche, il primo avvio ed una panoramica generale sul suo funzionamento, eccomi qui nuovamente a parlarvi del mio nuovo giocattolino.

Questa volta, però, mi concentrerò su tre aspetti principali: sensazioni d'uso, caratteristiche principali e personalizzazione.



Come già detto, io non indosso da anni orologi al polso.
L'ho fatto da bambino ed in parte durante l'adolescenza, ma poi ho smesso poiché li trovavo fastidiosi.

Vi starete domandando, quindi, perché lo steel? Perché ricominciare proprio ora?
Beh, in parte perché ho voluto tentare nuovamente: mi son detto «in fin dei conti, tantissime persone utilizzano orologi da polso... forse, così scomodi non saranno... e forse sarà il caso di dar loro una seconda chance...».

Ma, come unire il lato nerd a quello geek ed in più farli coesistere con uno degli accessori più vecchi del mondo?
Un semplice orologio da polso non bastava, serviva un qualcosa di nuova concezione: un qualcosa di smart.

Da qui la scelta: pebble, la start-up che nel 2013 ha mostrato al mondo come si realizza e cosa è uno smart-watch, e che in questo 2014 si è spinta ben oltre, presentando l'unico (almeno finora e secondo me) orologio pensato per essere un orologio. Eeh? Sì, proprio così.


Non so se abbiate avuto modo di adocchiare quello che offre la concorrenza, ma, a parer mio... proprio non ci siamo!
Tralasciando per un attimo da parte l'utilità o meno di questi aggeggiucoli da polso, sulla quale tornerò nel mio prossimo post (che vi anticipo già essere la recensione finale dello steel), uno smart-watch deve in primis almeno ricordarlo un orologio... Ed in che modo?
  1. al polso deve sembrare proprio un orologio, e non un-non-si-sa-ben-cosa, e soprattutto deve essere comodo, leggero e non ingombrante;
  2. la batteria deve durare almeno una settimana (questo sarà oggetto di prossime analisi): già dobbiamo ricaricare frequentemente tutta la marea di gingilli in nostro possesso... ma l'orologio no! È inammissibile;
  3. il quadrante deve essere visibile sotto la luce del sole, e magari anche al buio;
  4. l'ora deve essere sempre visibile, anche quando lo abbiamo riposto vicino a noi e non al polso, senza la necessità di smuoverlo per capire che ore sono;
  5. se vuoi vendere, devi almeno provare ad attirare il pubblico femminile.

Ebbene lo steel risponde a questi requisiti, o per lo meno ci si avvicina più degli altri.

Perché? In ordine sparso:
  • è abbastanza comodo al polso, il fatto di essere squadrato e non circolare come la maggior parte degli orologi tradizionali può causare qualche disagio. Ma è leggero, al pari di altri: in poco tempo perfino io, che fino a pochi giorni fa rinnegavo l'uso di questi accessori, mi ci sono trovato;
  • il display. Il display. Il display.... Il display è la risposta ad almeno 3 dei requisiti. Per essere visibile alla luce del sole, una retroilluminazione è necessaria (c'è poco da fare). Per avere l'ora sempre a portata di sguardo, il display deve rimanere sempre attivo. Per far durare la batteria il più a lungo possibile (batteria che non può essere immensa, visto che il peso deve rimanere contenuto per non minare la portabilità), lo schermo deve consumare poco.
    In pebble hanno studiato la soluzione ideale: un display Memory LCD transflective (retroilluminato all'occorrenza), tecnologia e-paper in bianco e nero (consumi ridotti a zero) e sempre attivo (yeah!);
  • la componentistica interna è stata ridotta all'essenziale: processore, memorie, bluetooth 4.0, etc..., tutto scelto in modo da avere un device il meno possibile esoso di energia;
  • nella edizione del 2014 si sono concentrati sul design, cercando di superare un po' quell'immagine di giocattolino plasticoso che poteva avere (e diciamolo... ha) il modello dello scorso anno.
    E la strada è quella giusta, il device è abbastanza unisex (forse ancora un po' troppo grande per una ragazza, che solitamente ha polsi sottili):


Indossabilità: uomo vs donna


Ad ogni modo, nella quotidianità lo steel non è di intralcio, sta sotto le maniche lunghe se lo desideriamo, dato lo spessore ridotto (1 cm circa) ed il quadrante non presenta eccessivi spazi sprecati.
Il peso giusto, infine, non lo rende scomodo neanche quando abbiamo le mani indaffarate.






Quanto detto finora riguarda l'indossabilità, che è uno degli aspetti delle sensazioni d'uso.

Sensazioni che vanno analizzate di pari passo con gli altri due punti all'ordine del giorno: peculiarità e personalizzazione.
Tanto per cominciare sotto alcuni punti di vista queste ultime due cose vanno a coincidere, difatti una delle caratteristiche del pebble (l'avrete sicuramente notato dalle varie immagini con cui ho tappezzato gli ultimi post, e riportato nell'articolo precedente) è che il sistema operativo che lo muove ha la possibilità di farci personalizzare la faccia, il quadrante dell'orologio.

Sullo store di applicazioni e watchfaces sarà possibile spulciarne tra una marea, e ve ne sono veramente di ogni tipo: facce statiche, interattive, con meteo annesso, e chi più ne ha più ne metta...
L'installazione, così come ogni altra operazione con l'orologio, è immediata: tutto si muove in modo snello ed agile, senza intoppi; segno che le componenti hardware scelte, pur se sulla carta limitate, sono perfettamente calibrate per il carico di lavoro (la Pebble App, invece, zoppica un pochino, per lo meno su iOS).


Installazione di un'app, e vista delle apps installate e dello scaffale



Pop-up per accedere alle impostazioni di un'app sull'orologio e relativa schermata di configurazione



Unload di un'app dall'orologio ed eliminazione dallo scaffale


L'installazione e la disinstallazione di contenuti di terze parti vengono controllate sullo smart-phone (dopo aver connesso tra loro orologio e telefono), così come le eventuali configurazioni di applicazioni installate.

Il vero limite, qui, è dato solo dalla possibilità di avere massimo 8 tra facce o apps installate in contemporanea sull'orologio; limite che ci può stare: difficilmente andremo ad installare una marea di funzioni aggiuntive, poiché stiamo parlando di un companion device che deve fare 2-3 cose e farle bene. Punto.

In questi articoli a lui dedicati, lo steel è chiaramente la star, ma nell'uso quotidiano se rimane in secondo piano allora assolve il suo compito. E questa è, forse, la chiave di lettura del successo di pebble a discapito dei competitor (almeno finora).

A che pro duplicare funzionalità che i nostri smart-phone già hanno e compiono decisamente meglio di un qualsivoglia dispositivo limitato sia nella potenza sia nella posizione fisica in cui si trova legato?


Altra caratteristica dello steel (e del suo predecessore) è il fatto di essere un dispositivo non-touch e neppure ricettivo a comandi vocali.
Perché, vi starete chiedendo, in questa era con tutto a portata di indice o voce? Semplicemente perché lo schermo è troppo piccolo per smanazzarci sopra con le dita (e proprio così deve essere per i motivi di indossabilità prima riportati). E per quanto riguarda i comandi vocali, oltre alla potenza hardware che richiederebbero (e che qui non c'è), funzionano male ovunque, su qualsiasi piattaforma, e spesso in modo inaccurato, tanto che, sinceramente, vederli inefficaci sull'ennesimo dispositivo sarebbe stato solo un punto a sfavore.
Non è detto che in future versioni (non del software, ma proprio dell'orologio, cioè nuovi modelli) essi non vengano implementati, anche se, per come è organizzato il funzionamento del Pebble OS, faccio fatica a pensarlo... Ma, per adesso, non se ne sente per nulla la mancanza!


Una delle peculiarità più importanti del pebble è che è compatibile sia con Android che con iOS, cosa che vi avevo mostrato già nei due articoli precedenti (e mostrato anche nel video qui sopra). Questo è sicuramente uno dei punti più importanti a favore di questo smart-orologio rispetto agli altri, dato che spesso le soluzioni concorrenti sono o limitate ad una piattaforma piuttosto che un'altra o, addirittura, ad una serie ben precisa di dispositivi (chi ha detto Samsung?)!

Visto che di molte delle altre peculiarità in realtà ve ne ho già parlato poco fa durante il racconto delle sensazioni d'uso (e mostrate nel lungo video), un punto su cui voglio concentrarmi e che manca all'appello riguarda... i cinturini!

Perché? Perché essendo un orologio (ed un accessorio di moda), come ci si aspetti, sarà possibile intervenire in modo da rendere il device sempre più nostro.

In confezione pebble inserisce, oltre al cinturino pre-allacciato in pelle, un secondo in acciaio (argento inox o nero satinato, in base alla nostra scelta al momento dell'acquisto).
La fregatura è che l'attacco non è standard, il che significa che finché produttori di terze parti (o magari pebble stessa) non realizzeranno cinturini ad-hoc dovremo accontentarci di queste uniche due possibilità (a meno che non abbiate acquistato la versione con il solo cinturino in pelle).


Sotto questo punto c'è stato, secondo me, un passo indietro rispetto al 2013, quando il precedente modello aveva un attacco standard ed era possibile utilizzare un qualsiasi cinturino.

Forse un progetto (Steel Connect), presente sulla famosa piattaforma Kickstarter, la stessa che ha lanciato pebble, ci potrà venire incontro: si tratta di un adattatore che permette di legare cinturini classici all'aggancio non-standard dello steel. Speriamo...



Intanto ci accontentiamo di quello che abbiamo, e nel video a seguire vi mostro come effettuare il cambio in-house del cinturino: operazione comunque delicata, che in alternativa potrete sempre far eseguire al vostro orologiaio di fiducia!



Detto ciò vi saluto, e scappo via altrimenti si fredderà il tea e la mia fidanzata avrà divorato tutti i biscotti... :-)

A risentirci presto con la recensione finale dello steel!
Bye!!