Beh ragazzi: il 2016 è appena cominciato... E così come fu lo scorso anno, anche questa volta tocca al flame aprire le danze della nuova annata tecnologica!
Primo ed unico figlioletto diretto di mozilla (portato sul mercato con l'aiuto di alcuni partner), esso ha avuto il compito di avvicinare sviluppatori ed OEM all'ecosistema della volpetta rossa infuocata.
Sono trascorsi 12 mesi da quando spacchettavo e mettevo sotto torchio l'allora-mio-nuovo device, ed oggi -esattamente come ho fatto per tutti i dispositivi finora passati sotto la mia lente di ingrandimento- voglio ripercorrere quello che è stato uno degli anni di svolta per il sistema operativo che lo muove, Firefox OS, e anche capire cosa sta accadendo e cosa ci riservi il futuro per l'ecosistema di mozilla.
Che la musica inizi!
08 gennaio 2015: unboxing e caratteristiche
Mozilla aveva annunciato l'intenzione di portare anche nel campo mobile quella rivoluzione che era riuscita a condurre nel modo dei computer: far transitare il Web dalle soluzione proprietarie e chiuse di fine anni '90/inizio nuovo millennio agli standard open e liberi che sono oggi alla base di Internet.
Dopo le minacce del passato, la lotta doveva spostarsi nel crescente mondo della mobilità: app ed ecosistemi chiusi stavano minacciando -o potevano trasformarsi in un pericolo per- quanto di buono era stato fin lì costruito!
E così, nel 2011, la fondazione prese quella decisione: creare un sistema operativo completamente open-source che potesse unire gli standard della grande rete mondiale all'esperienza tipica -e moderna- di uno smart-phone o tablet.
Dopo due anni di sviluppo, nella seconda metà del 2013, le prime build dell'OS -un po' alpha, un po' beta- erano pronte per debuttare sul mercato, e con esse i primi device commerciali prodotti da alcuni produttori di terze parti.
Ad inizio 2014, però, l'idea di un OS web-centrico non era riuscita ancora a spiccare: sì, c'era qualche telefono che montava Firefox OS e non mancavano partner illustri (vedi Teléfonica).
Ma occorreva dare un segno più forte!
E fu così che al MWC2014 mozilla presentò il flame: quella fiamma che avrebbe dovuto accendere definitivamente l'interesse da parte di sviluppatori e produttori di terze parti verso il nascente ecosistema open.
Il dispositivo non era pensato per il grande pubblico, tant'è che non si affacciò sul mercato se non prima del Q3 dello stesso anno. E comunque lo fece in sordina, vista la disponibilità all'acquisto solamente on-line.
Ed è qui che inizia la nostra storia.
Incuriosito dall'idea alla base del sistema operativo, e da sempre vicino al mondo dell'open-source, non potevo farmi scappare l'idea di provarlo: trovai perciò il modo di procurarmene un esemplare!
Il flame era un telefonino molto particolare... Tanto per cominciare era nato dalla collaborazione di diverse aziende: mozilla, alcatel, t²mobile e l'e-shop on-line everbuying.
La fondazione mozilla non è ovviamente strutturata per costruire e commercializzare dispositivi, perciò si era dovuta valere dell'aiuto di un costruttore hardware, di una azienda che disegnasse e seguisse lo sviluppo del telefono e di un distributore che avesse la possibilità di commerciarlo su scala globale.
Ma il flame era un device molto particolare anche perché era pensato per indirizzare i produttori verso i requisiti base per un device con Firefox OS (quali sensori utilizzare, quale processore o altre componenti scegliere, e così via) e per gli sviluppatori (device aperto e facilmente smanettabile a 360°).
Non stiamo parlando comunque di un device stratosferico: la lista delle specifiche tecniche lo posizionava già allora nella fascia bassa del mercato, o -forse- leggermente poco sopra, soprattutto se paragonato agli altri dispositivi immessi sul mercato nello stesso periodo con sistemi operativi concorrenti.
Ma il fatto che Firefox OS non necessitasse di grandi risorse (e non ne necessita tuttora), quelle stesse specifiche tecniche -viste all'interno dell'ecosistema della volpetta rossa infuocata- lo posizionavano automaticamente al top!
Che fosse un device un po' spartano e dall'aspetto decisamente utilitario era più che evidente: ma andava bene così. Non essendo stato pensato per il grande pubblico, ma solo come piattaforma di sviluppo, era meglio tagliare/risparmiare sulle frivolezze e concentrarsi al 100% sulla ciccia...
09 gennaio 2015: primo avvio e configurazioni
Una volta analizzatene le caratteristiche fisiche e la costruzione, era giunto il momento di avviarlo per scoprire di che cosa stessimo parlando.
L'avvio del device era molto rapido (segno che l'OS montato non era esoso di risorse) e, dopo una breve configurazione iniziale ed un tour delle funzionalità presenti, ecco apparire la homescreen.
Le funzioni base erano tutte presenti: telefono, messaggi, contatti, calendario, orologio, lettore musicale/video, app per gestire la fotocamera e la radio FM, e così via. Non mancava ovviamente il browser web, Firefox, ed uno store, il Marketplace, da cui scaricare nuove applicazioni.
La versione dell'OS preinstallata era la 1.3, all'epoca l'ultimissima versione stabile. Ma i rami 2.0, 2.1 e 2.2 erano già stati avviati, e con il flame vi era la possibilità di provarli in anteprima, con addirittura rilasci OTA quotidiani degli sviluppi in corso (le famose nightly).
L'interfaccia era abbastanza spartana e ricordava moltissimo le prime versioni di Android, con anche diversi concetti presi in prestito da iOS.
Ma una funzione molto interessante, le cartelle attive, aveva catturato la mia curiosità: era possibile creare degli aggregatori di interessi (calcio, pizza, musica, qualsiasi termine insomma) al cui interno far automaticamente associare tra loro: risultati dal web, applicazioni dallo store, etc.
L'idea era quella di avvicinare Internet all'esperienza quotidiana di uno smart-phone, fatta oggigiorno di app.
Inoltre, l'intera GUI del sistema operativo (e con essa tutte le applicazioni lato utente che vi venivano eseguite) era scritta con i linguaggi del web: HTML5, CSS e JavaScript!
17 gennaio 2015: prestazioni, sensazioni d'uso, multimedialità e peculiarità
Nei giorni seguenti iniziai a mettere sotto torchio il device, per cercare di capire fin dove potesse spingersi.
Testai il reparto multimediale, l'uso quotidiano, l'esperienza web, social e PIM.
Ma soprattutto passai dal ramo stabile 1.3 a quelli in sviluppo: 2.0, 2.1 e 2.2.
La UI era stata cambiata profondamente: erano state abbandonate le linee diritte dei bordi in favore di curve a 90° per gli angoli, era sparito lo scorrimento in orizzontale per la homescreen in favore di uno più simile a quello classico del web (verticale). Lockscreen, app di sistema, e fondamentalmente ogni area presente aveva ricevuto un cambio di look, senza però perder per strada funzioni come le cartelle attive o la ricerca globale.
Il sistema aveva ora un'identità più marcata rispetto al passato e devo dire che, anche grazie all'aiuto degli sviluppatori di terze parti, era possibile utilizzare Firefox OS nel quotidiano. Anche come telefono principale, con alcuni limiti.
Molte applicazioni famose erano assenti, è vero, ma il fatto che il web fosse così integrato con il cuore del sistema rendeva possibile sfruttare abbastanza facilmente le varianti mobili dei tool più utilizzati (i vari social network, alcune applicazioni di messaggistica istantanea, etc).
E le app di base erano già complete: il client email riconosceva addirittura i domini aziendali, il calendario si sincronizzava con alcuni provider di servizi (come google), e fondamentalmente -come già detto- se le necessità non erano eccessive, lo smart-phone se la cavava.
Dove si notavano i limiti della piattaforma e (del flame in particolare) era nel reparto multimediale: fotocamera sotto la sufficienza, reparto speaker tarato male, moduli radio e wi-fi non particolarmente brillanti.
Ma, ancora una volta, il telefono era pensato per gli sviluppatori e non per le masse: quello che doveva permettere era di agevolare la realizzazione di applicazioni per l'ecosistema della volpetta, e soprattutto di aiutare nello sviluppo. Il flame godeva di fantastiche opzioni come la regolazione del quantitativo di memoria RAM (così da simulare device meno prestanti), la possibilità di flashare qualsiasi versione dell'OS (1.3, 2.x, ...) e garantiva l'accesso immediato a tutta una serie di tool ideati per analizzare il comportamento delle app in fase di programmazione.
Insomma, esso poteva essere grosso modo utilizzato nel quotidiano come smart-phone, anche se questo non era lo scopo per cui era stato creato. E in particolare era un valido strumento per chi avesse voluto investire nell'ecosistema di mozilla.
20 gennaio 2015: la recensione
A quel punto avevo le idee piuttosto chiare.
Il flame era uno strumento potente se utilizzato per lo scopo con cui era stato pensato. Non era assolutamente un prodotto destinato al grande pubblico, anche se ironicamente rappresentava anche il miglior modo per provare l'OS della volpetta.
Giudicare nel complesso il dispositivo, fu cosa abbastanza complicata, ma il succo della mia recensione finale fu:
Se pensate al flame per lo scopo con il quale è nato, la sua flessibilità ed adattività, per dare un supporto a chi sviluppa, a chi contribuisce all'evoluzione dell'OS, e a chi vuole commercializzare nuovo hardware compatibile con Firefox OS... beh allora il dispositivo ha centrato l'obiettivo.Facilità di emulare gli altri device cambiando i parametri della RAM; semplicità estrema nel provare qualsiasi build esistente dell'OS; e accesso a nuove componenti hardware con cui giocare per portare nuove funzionalità alla piattaforma.Nessun altro dispositivo su nessuna altra piattaforma dà così tanto margine di libertà agli sviluppatori come invece fa il flame per Firefox OS, e ciò è sicuramente un plus non indifferente per dare una spinta alla crescita dell'ecosistema.
Dare un voto simbolico e numerico al dispositivo era, invece, arduo. Fondamentalmente perché:
- per l'utente normale, per chi non sviluppa, e per chi è disposto (era disposto, visto che non è più acquistabile) a spendere una cifra superiore rispetto a quella richiesta dalla concorrenza di pari fascia, il telefono meritava un 5 e 1/2 o anche meno;
- per l'utente esperto, sviluppatore, che sa che cosa ha acquistato e il perché lo ha fatto, il voto sale tranquillamente verso il 7 o l'8, per tutti i motivi elencati.
Finita la fase di recensione, la vera star a quel punto non era più il telefono, ma il sistema operativo.
24 gennaio 2015: la recensione di Firefox OS
Come feci per Sailfish OS dopo la recensione dello jolla, approfondii la questione Firefox OS.
Era davvero interessante il lavoro portato avanti da mozilla, soprattutto perché a differenza di altri competitor non si trattava di un nuovo sistema operativo nato dal nulla.
Gran parte delle librerie erano condivise con Android, ed il bello era che tutte le componenti dell'architettura erano open-source (con ovvia esclusione delle parti binarie legate a drivers & co).
Senza ripetermi, vi rimando al relativo focus. Ma è importante sottolineare come lo sviluppo non si concentrava solo su cellulari e tablet: il codice poteva essere riadattato con molta facilità anche su altri dispositivi.
E, infatti, mozilla era al lavoro su matchstick, un dongle multimediale in stile chromecast.
Febbraio - Aprile 2015: i progetti dalla community e le nuove partnership
Nei primi di febbraio si tenne il FOSDEM2015 durante il quale il progetto di mozilla riscosse parecchio interesse da parte dei presenti. Purtroppo, però, nello stesso periodo venne anche annunciato che il lancio della pennetta multimediale sarebbe stato rimandato di 6 mesi.
Io intanto iniziai a smanettare sempre più con i vari rami dell'OS, visto che oltre al 2.0, 2.1 e 2.2 era stato avviato anche il ramo 3.0 (creando non poco scompiglio: quale versione sarebbe stata promossa?).
A fine mese durante il MWC2015 furono annunciate nuove partnership e tutto sembrava andare a gonfie vele: panasonic presentava una linea di televisori con Firefox OS, io tornavo al ramo 2.0 perché gli altri erano troppo instabili, e l'OS veniva portato dalla community sui più disparati dispositivi (compreso il raspberry pi 2).
Tra marzo ed aprile il lavoro degli appassionati esplose! Porting, guide, applicazioni: il fermento e l'interesse per la piattaforma di mozilla era elevato, e fu coronato dall'annuncio della partnership tra l'ente e tom tom! Il famoso navigatore arrivava ufficialmente sul Marketplace, potenziando quella che sembrava essere un'interessante ascesa.
Maggio - Giugno 2015: la svolta
Avevo sotto mano tre dispositivi molto interessanti: lo jolla phone con Sailfish OS, il flame con Firefox OS e ad essi si era da poco aggiunto il bq aquaris e4.5 con Ubuntu Touch.
Ovviamente ne approfittai per metterli a confronto e, soprattutto, per capire le differenze tra i tre sistemi operativi che li muovevano.
Qualcosa però nell'aria sembrava non circolare a dovere.
Nonostante la recente espansione in Africa e le partnership con tom tom e panasonic, il progetto di produrre un device da 25$ (fortemente voluto da mozilla e annunciato fin dai tempi del MWC2014) veniva definitivamente abbandonato.
In più, con tutti i rami in sviluppo dell'OS, la mancanza di applicazioni richieste dagli utenti sullo store ed una roadmap non del tutto chiara, non si riusciva a capire quale sarebbe dovuto essere il futuro della piattaforma.
Andreas Gal, CTO di mozilla e responsabile del progetto di Firefox OS, se ne andò via!
Fu allora che cominciarono a circolare le voci di una possibile adozione del supporto alle app Android come panacea all'assenza di diversi titoli famosi. Inoltre, iniziava a spuntar fuori il progetto b2gdroid, il quale permetteva di provare l'esperienza mozilla al di sopra di un qualsiasi device Android.
Ma su entrambi i punti ci si sarebbe tornati qualche mese più tardi.
Luglio - Agosto 2015: 6 mesi con il flame
Erano passati sei mesi dalla recensione del flame, e la situazione era più intricata che mai: vi erano 4 rami in sviluppo dell'OS (1.3/2.0, 2.1, 2.2 e 3.0), il CTO dell'azienda era andato via, alcuni progetti legati a Firefox OS erano stati accantonati (come lo smart-phone da 25$) e alcuni partner avevano addirittura chiuso bottega (geeksphone, la prima compagnia a puntare sull'OS open-source).
Sì, mozilla era riuscita a stringere qualche accordo interessante, ma la situazione non era delle più rosee.
Qualche tempo dopo il mio video di aggiornamento
- Firefox OS 3.0 sarebbe diventato il ramo 2.5, nel quale confluivano anche i 2.1 e 2.2;
- si definì una roadmap chiara con rilasci programmati ogni 6 mesi, a partire dal novembre venturo;
- il progetto bg2droid sarebbe diventato un pezzo fondamentale dell'ecosistema Firefox, mentre il dongle multimediale matchstick veniva definitivamente abbandonato;
- veniva rilasciato un nuovo OTA per il flame con parte delle novità previste per la futura release 2.5 (che io provai subito! :P).
Settembre - Ottobre 2015: duro lavoro
A quel punto i lavori ripresero serrati e per tutta l'estate - inizio autunno non volò una mosca: lo sviluppo per portare a termine la marea di novità previste per la versione 2.5 doveva procedere senza distrazioni!
E così fu.
A fine mese i primi frutti spuntarono sul flame, grazie ad un nuovo aggiornamento rilasciato via OTA:
- la home screen era stata nuovamente rivisitata rispetto al ramo 2.0;
- erano state introdotte le funzionalità di navigazione privata, pin di pagine o contenuti dal web e la possibilità di sostituire la home screen con altre scaricabili dallo store;
- aveva fatto la comparsa una versione completamente rinnovata del Marketplace;
- era stato aggiunto il supporto agli add-ons!;
- e c'erano tantissime migliorie e modifiche sotto al cofano.
Novembre 2015: Firefox OS 2.5!
A quel punto tutte le funzionalità previste erano state ultimate, il codice poteva essere freezato e la nuova versione dell'OS completata: di lì in poi, fino al rilascio definitivo previsto per i primi del 2016, solo i bug fixes potevano essere riportati sul ramo 2.5.
Tra le novità più eclatanti associate alla nuova release (che nel frattempo veniva distribuita sul flame) facevano la loro ufficiale apparizione: Firefox OS Developer Preview ed ACL.
La developer preview non era altro che il nome commerciale scelto per il progetto b2gdroid, grazie al quale era possibile provare Firefox OS al di sopra di qualsiasi smart-phone dotato del sistema del robottino verde. Installando un apk era possibile provare tutto l'OS (con tanto di applicazioni di sistema e Marketplace per scaricare tutte le altre) su un device del robottino verde, potendo allo stesso tempo continuare ad utilizzare l'ecosistema google.
ACL è invece un layer, uno strato al di sopra di Firefox OS ed esterno ad esso (distribuito previa licenza), che permette di eseguire applicazioni scritte per Android sui device nati con l'OS della volpetta rossa (se implementato dai rispettivi produttori).
Per maggiori dettagli rimando all'articolo che pubblicai, con tanto di video-preview della versione 2.5 dell'OS.
Dicembre 2015 - Gennaio 2016: la bufera
Qualche settimana dopo il rilascio di Firefox OS 2.5 si tenne il Mozlando, evento sponsorizzato da mozilla per gli sviluppatori.
Durante tale occasione fu annunciato che mozilla avrebbe interrotto la collaborazione con gli OEM di smart-phone e tablet e che avrebbe spostato l'attenzione su nuove tipologie di prodotto.
Nel giro di poche ore si scatenò il caos sul Web: mozilla avrebbe abbandonato Firefox OS! Firefox OS è morto, lunga vita a Firefox OS!
La smentita arrivò solo qualche giorno più tardi, quando ormai il danno era fatto...
Ad ogni modo, come riportato nelle scorse settimana, mozilla non ha abbandonato Firefox OS, cosa insensata visto il rilascio del ramo 2.5 e l'inizio dei lavori sul 2.6. L'idea è quella di concentrare tutte le risorse a disposizione sul mondo dell'IoT e dell'intrattenimento domestico, sui quali nei prossimi anni ci sarà maggior possibilità di crescita.
Per smart-phone e tablet non c'è stato molto da fare: la sfida è stata persa e Firefox OS non è stato in grado di attrarre un numero adeguato di utenti.
Ma questo non significa che il progetto è stato abbandonato, tutt'altro!
Proprio in questi giorni ho ricevuto un doppio aggiornamento OTA alla nuova release 2.6, fortemente in sviluppo.
27 gennaio 2016: un anno di flame
È passato un anno dalla recensione del flame e di Firefox OS. Da allora ne sono successe parecchie ed oggi la situazione è sicuramente meno caotica ma, allo stesso tempo, avvolta da più incertezze.
La piattaforma nell'ultimo anno non è decollata, anzi, e il focus si è spostato su un ramo in forte ascesa (IoT) ma che ha ancora molto da dimostrare.
Mozilla ha probabilmente preso la scelta più saggia possibile: il mondo della telefonia mobile e affini è saturo e dominato da google ed apple, perfino giganti come microsoft fanno fatica a respirare. Molto meglio concentrare le proprie forze altrove ed evitare di gettare via anni di lavoro.
La partnership con panasonic ha dato finora buoni frutti: l'azienda ha confermato l'accordo presentando al CES2016 una nuova linea di TV con Firefox OS, e sembra che il sistema operativo della volpetta in futuro potrà animare i più disparati prodotti elettronici.
Di quel che sarà è troppo presto per parlarne. Una cosa è certa: io sarò qui a seguire il progetto finché avrà ancora qualcosa da dare (e da dire).
Per quanto riguarda il flame, invece, si conclude oggi quella che è stata una avventura interessante: un dispositivo pensato per mostrare gli avanzamenti della piattaforma e che continuerò ad utilizzare proprio per tale scopo.
Non aspettatevi più focus sul dispositivo in sé, quanto più interventi sul mondo che attorno ad esso ruota, così come ho fatto per tutti gli altri prodotti fino ad oggi seguiti.
A questo punto non mi resta che salutarvi, lasciandovi in compagnia del video che ho pubblicato sul mio canale YouTube per l'occasione:
A presto: alla prossima puntata!
Ciao xD