2 ottobre 2017

Ma come al termine? Lui ha parlato il doppio di me, il triplo, non sono riuscito a sviluppare un concetto! (cit.)


Buondì!

Dopo 12 (e più) mesi di utilizzo quotidiano, ora è decisamente giunto il momento di tirare le somme sul dtek50, il primo smartphone completamente touch costruito da TCL per blackberry e mosso da un Android personalizzato e rinforzato dalla casa della mora.

Nota: ho aspettato il più possibile prima di riportarvi le mie conclusioni finali, ma ormai penso non abbia più senso attendere oltre... In caso di importanti novità, comunque, vi terrò aggiornati nei prossimi episodi della mia serie di articoli after the buzz, e potrete trovarne nota nella pagina dedicata allo smartphone.

Prima di darvi le mie considerazioni su quest'ultimo anno passato in compagnia del dtek50, come mio solito volevo ripercorrere velocemente quelle che sono state le tappe fondamentali in sua compagnia.


22 agosto 2016: unboxing e caratteristiche


Era fine luglio 2016 quando blackberry annunciava la commercializzazione di un nuovo smartphone Android. La casa della mora era sbarcata nel mondo del robottino verde (un po' a sorpresa) a fine 2015 con il priv, un top di gamma caratterizzato dalla presenza di uno schermo touch capacitivo accompagnato da una tastiera a scomparsa posta sotto di esso: uno slider come non se ne vedevano da anni!
Il secondo nato, però, aveva ora un form factor differente: niente di insolito e, anzi, molto più vicino a ciò che l'utente medio è ormai abituato a maneggiare. Inoltre, il nuovo dispositivo sarebbe diventato il capostipite di una nuova famiglia di prodotti, la quale prendeva il nome dalla applicazione più importante fino ad allora sviluppata da blackberry stessa per rinforzare Android: DTEK.

Devo ammettere che il priv mi aveva incuriosito tantissimo e blackberry (nell'arco temporale che separava il vecchio device dal neonato) si era comportata con una serietà fino ad allora latente nel panorama del robottino verde. Per questo motivo, e per il fatto che necessitavo di un nuovo smartphone per lavoro, decisi di approfittare dei preordini e portarmi a casa telefono + powerbank + custodia originale. Dopo circa un mesetto, era ormai agosto inoltrato, le spedizioni partirono ed io ricevetti il mio dtek50.



Nell'articolo che ho pubblicato a fine agosto vi ho riportato tutte le caratteristiche fisiche dello smartphone, il contenuto della confezione e degli accessori abbinati, e soprattutto le prime sensazioni al tatto con il dispositivo.

Il dispositivo era il classico full touch Android con 3 GB di RAM, 16 GB di memoria interna, camera posteriore da 13 megapixel, tutta la sensoristica del caso, era super sottile ed offriva un display da 5.2" in dimensioni grosso modo ridotte (insomma, uso ad una mano ottimale). C'erano comunque anche un paio di chicche: il doppio speaker bifronte (potente e chiaro) ed il flash LED anche per la camera frontale la quale, oltretutto, era da ben 8 megapixel e disponeva di un angolo di visione più ampio e utile ad esempio per i selfie. Insomma, da un lato c'era il marchio blackberry sinonimo da sempre di mondo enterprise, e dall'altro una costruzione affidata a TCL che aveva "riciclato" il design di altri smartphone ben più commerciali (vedi alcatel 4) e votati alla multimedialità (decisamente una prima volta per un dispositivo del brand canadese).

Ma la vera ciccia non era tanto questo, quanto più ciò che batteva dentro: il sistema operativo (Android 6.0.1 Mashmallow aggiornatissimo alle ultime patch di sicurezza) modificato e rinforzato nei laboratori blackberry al fine di aumentare la sicurezza per i dati di noi utilizzatori finali.


28 agosto 2016: primo avvio, configurazioni e panoramica


Per questo motivo dopo qualche giorno di smanettamenti mi apprestai a pubblicare una lung(hissim)a panoramica sul software. La casa della mora non si era limitata a prendere Android stock, installarci 2-3 app, impacchettare il tutto e rivenderlo sul mercato. No: l'azienda aveva agito a più livelli al fine di aumentare le difese, e cercando di fornire un servizio affidabile e pensato principalmente per le imprese.

Quello che blackberry proponeva era uno smartphone mediamente economico che vari enti avrebbero potuto acquistare in grandi batch ed inserire all'interno dell'infrastruttura aziendale. Tali dispositivi (i dtek50) avevano un sistema di controllo fisico contro la manomissione da parte di terzi (Secure Boot, Secure Compound, Root of Trust), la possibilità di abilitare un controllo centralizzato via EMM (magari scegliendo la proposta dell'azienda, UEM), dei tool di diagnostica sull'uso (DTEK) così da evitare leak di dati potenzialmente sensibili da parte degli utenti, ed una suite di applicazioni (Hub+) con diverse funzionalità pensate appositamente per scenari aziendali. Senza contare tutta una serie di ottimizzazioni apportate al kernel e a diversi altri livelli di Android (hardening, encryption e BID).


Non ha molto senso a questo punto andare ad analizzare nuovamente tutte le peculiarità della personalizzazione (se siete curiosi rimando al focus con tanto di video che pubblicai all'epoca), fatto sta che il dtek50 assieme al priv formavano un unicum nel mercato.


04 settembre 2016: prestazioni, sensazioni d'uso, multimedialità e peculiarità


Aldilà della personalizzazione apportata da blackberry, comunque, sempre uno smartphone era approdato tra le mie mani, per cui aveva decisamente senso dare uno sguardo fino a dove poteva spingersi.

Decisi di analizzarlo sotto 3 scenari, che poi sono quelli in cui solitamente si utilizza uno smartphone: uso generale quotidiano, uso multimediale ed uso sotto stress. In particolare, nell'articolo che allora pubblicai, vi riportavo le mie considerazioni sulla maneggevolezza del device, sulla disposizione dei tasti e funzioni integrate, la questione "assenza lettore di impronte digitali", come personalizzare l'interfaccia sviluppata da blackberry e quali erano (e come giravano veramente) le app precaricate; ma soprattutto come le modifiche apportate dalla casa della mora su Android condizionassero il quotidiano.


D'altro canto il dtek50 è stato forse il primo blackberry della storia ad avere un comparto multimediale di tutto rispetto: me l'ero portato in vacanza e lo avevo utilizzato come unica fonte di cattura di foto e video ricordi. E non ne sono affatto rimasto deluso, anzi: la fotocamera principale offriva un sacco di funzioni (anche pro) ed in generale gli scatti erano ricchi di dettagli e con colori d'effetto (spesso grazie all'entrata in funzione dell'HDR automatico). La fotocamera secondaria con il suo angolo di cattura più ampio mi era tornato comodo per foto di gruppo, anche se i dettagli risultanti ovviamente erano minori. I video, infine, potevano essere stabilizzati a 1080p fino a 30fps.
Ma anche gli speaker, punto cardine del design speculare dello smartphone, non erano da meno: suono forte e chiaro, ottimo per ascoltare musica o utilizzare il telefono con il vivavoce!

L'ultimo punto da analizzare era il reparto gaming e ovviamente qualità del display e di tutti gli altri sensori del caso: anche qui rimando all'articolo e al lungo video focus che ho pubblicato in cui vi ho riportato tutti i risultati dei vari test benchmark che ho effettuato.


08 settembre 2016: recensione - secure your (digital) life!


A quel punto avevo le idee decisamente chiare: uno dei mostri sacri della telefonia, decimato negli anni da scelte non vincenti, era tornato con una visione completamente differente di sé. Non solo blackberry aveva esternalizzato la produzione hardware affidandola a partner strategici, non solo aveva praticamente abbandonato lo sviluppo dell'OS proprietario BB10 abbracciando Android, in più stava convertendo tutti gli asset interni per trasformarsi definitivamente in un fornitore di servizi.
La casa della mora è sempre stata vista come un'azienda forte nel mercato enterprise e decisamente debole in quello consumer. Con l'arrivo dei moti BYOD e la commodity degli smartphone, blackberry non poteva più competere con gli OEM indocinesi per la produzione hardware e con giganti come Apple e Google per accaparrarsi partnership software, e così ha deciso bene di tirarsene fuori spostando il focus sul supporto agli OS più diffusi con servizi ad alto valore.

Il dtek50 è stato un dispositivo di passaggio (e con esso il suo successore e fratellone dtek60), il primo costruito fuori dai laboratori blackberry e pensato per portare e far conoscere i nuovi servizi della mora nel mondo Android; probabilmente è stato anche un tentativo per cercare di mantenere viva l'idea di smartphone cucito su misura per gli amanti del marchio e per chi cerca dispositivi affidabili per uso aziendale.


Il dtek50 ha avuto comunque la sua dignità di dispositivo e in quanto tale io lo ho valutato: consumi nella media, ricezione sopra la media e supporto eccellente da parte della casa madre. Questo fu il giudizio che espressi:
Ritengo il dtek50 un dispositivo che, pur collocandosi nella fascia media, difficilmente può essere paragonato ad un qualsiasi altro device della concorrenza. Qualsiasi smart-phone venduto ad un prezzo superiore ai 200€ può offrire oggi un'esperienza d'uso più che appagante, ed i produttori stanno cercando il modo di distinguersi personalizzando in lungo e in largo. Ma nessuno -almeno finora- può competere con l'azienda canadese: nessun altro player sul mercato può vantare una soluzione pensata a 360° per le aziende, affidabile e riconosciuta come tale a livello mondiale. Nessuno altro produttore offre un ciclo produttivo che fin dalla fase manifatturiera (Root of Trust) e quella d'uso quotidiano (Secure Boot, Secure Compound, hardening dell'OS, memoria criptata, BID, etc...) è pensato per garantire l'integrità e la sicurezza dei dati dell'utente.
Certo, è possibile installare le app ed i servizi blackberry anche su altri dispositivi (perfino non Android), anche se la suite completa è a pagamento oppure va usata con ads pubblicitari. Ma quello che viene a mancare, poi, è proprio il controllo sui dati dell'utente che sui device della mora è intrinseco nell'hardware.
Probabilmente non è quello che richiedono tutti gli utenti, i quali potrebbero preferire, alla stessa cifra richiesta da blackberry per il dtek50, altre soluzioni che possono offrire funzionalità peculiari in altri ambiti. Se cercate uno smart-phone super sicuro, il dtek50 non ha confronti; se cercate un buon prodotto per lavorare, il dtek50 avrà sì forte concorrenza, ma rimane comunque una scelta solida; se cercate, invece, un dispositivo rivolto alla multimedialità, al gaming o che offra una scheda tecnica "super pompata", allora questo device probabilmente non farà per voi.
Per me che cercavo proprio quello che blackberry ha da offrire, beh, il dtek50 calza a pennello! E ritengo la prova superata con un bell'8 e ½.

Per maggiori dettagli rimando all'articolo dedicato con relativo focus video.


ottobre - dicembre 2016: patch di sicurezza, servizi enterprise e consumer


Finita la luna di miele (quel periodo in cui tutto va bene e si è super contenti della scelta fatta), e soprattutto potendo valutare il dispositivo in ancora più situazioni quotidiane, il dtek50 ha continuato a supportare la mia giornata lavorativa senza intoppi. Se da un lato la casa della mora è stata impegnata con la commercializzazione del dtek60, dall'altro è stata anche pressoché sempre puntuale nel rilasciare aggiornamenti alla propria suite di applicazioni e le patch per chiudere le falle di sicurezza rilevate nel mondo del robottino verde: ottobre, novembre e dicembre, nessun mese è stato lasciato scoperto.

A fine anno l'azienda canadese cedeva in licenza a tcl l'uso del marchio blackberry (in modo da completare l'esternalizzazione della produzione di nuovi dispositivi) ed iniziava a dare nuovo volto ai propri servizi enterprise (unificandoli sotto al brand UEM).


gennaio - marzo 2017: blackberry developer platform, mwc2017, l'Hub+ si espande


Il passo successivo era quello di spingere ancora di più lato enterprise, creando un SDK per lo sviluppo di applicativi pensati per quel mondo da sempre interessato agli aspetti di sicurezza: nasceva quindi la BlackBerry Developer Platform!

Ma la casa della mora continuava a lavorare con partner e fornitori in giro per il mondo (tcl, bb merah putih, etc...) per spingere sulla produzione di nuovo hardware a marchio blackberry, e allo stesso tempo continuava anche a tenere aggiornati con le ultime patch di sicurezza i dispositivi Android già in commercio. Nulla veniva trascurato e se la Suite Hub+ (contenente tutte le app e servizi offerti dall'azienda canadese ai propri utenti) veniva aggiornata ed ampliata con nuovi tool (es: notable e privacy shade), BBM veniva stravolto e decisamente potenziato.

All'MWC2017, poi, blackberry era stata in grado di ritagliarsi grande interesse da parte del pubblico con l'annuncio del keyone: un mix tra passato e presente con tastiera fisica e sistema operativo Android aggiornato e rinforzato.


aprile 2017: 6 mesi di dtek50


Di punto in bianco era giunto aprile e questo significava che erano già trascorsi sei mesi da quando avevo messo per la prima volta le mani sul dtek50. Nell'articolo più video focus che pubblicai espressi le mie considerazioni sull'operato della casa della mora che fino ad allora aveva mostrato due facce ben distinte.

Se blackberry da una parte stava spingendo sempre più sul proprio brand affinché potesse essere associato ad ancora più tipologie di dispositivi (tablet, smartwatch, mondo IoT ed EoT) e se sugli update l'azienda fino ad allora era stata praticamente imbattibile (tra patch di sicurezza, fix 0-day, aggiornamenti costanti alla Suite Hub+ e quant'altro), dove la casa della mora stava iniziando a scricchiolare un pochino era negli upgrade di sistema: google, veloce come un treno, aveva già iniziato a parlare di Android O (8.0) mentre blackberry ancora taceva sull'eventuale passaggio da Marshmallow (6.0.1) a Nougat (7.1.2) per i suoi dispositivi...


maggio - agosto 2017: transizione, servizi e ottimi risultati fiscali


Il cambiamento da azienda che controlla dall'alto (software) al basso (hardware) lo sviluppo dei propri prodotti a -fondamentalmente- azienda fornitrice solamente di servizi a valore aggiunto stava dando i suoi frutti: molto lentamente le casse stavano tornando in attivo e diversi analisti iniziavano a considerare l'ipotesi che blackberry, dopo anni di perdite, potesse tornare profittevole nel corso del 2017.

Ma ancora una volta se da un lato aggiornamenti costanti e repentini alle proprie app e il rilascio delle fix mensili non mancavano mai, dall'altro l'upgrade a Android N stava diventando sempre più un miraggio. Senza contare il fatto che pian pianino i vari smartphone "non dtek" e gli accessori iniziavano a sparire dallo shop ufficiale, mentre tutti gli altri prodotti venivano messi in sconto.

Primi segni nefandi? Sì, perché a inizio settembre l'azienda confermava in via ufficiale che almeno il priv non avrebbe ricevuto Android 7.x ma non era in grado di confermare la stessa sorte per la famiglia dtek. Allo stesso tempo continuavano gli accordi con aziende di terze parti per ampliare i servizi offerti, la separazione in 3 anime differenti per BBM e l'annuncio dell'intenzione di concedere in licenza ad OEM terzi la propria personalizzazione Android con il nome BlackBerry Secure.


ottobre 2017: niente Android Nougat, e adesso?


A questo punto la frittata è fatta:
E questa nuova politica sembra funzionare: con risultati finanziari ottimi, blackberry si appresta ad affrontare il futuro con molta più serenità rispetto al passato, seppur uscendone completamente trasformata rispetto alle origini.

Ma in tutto questo, gli upgrade di sistema (almeno a Nougat) per i vecchi dispositivi commercializzati (priv, dtek50 e dtek60) che fine hanno fatto? Non si sa (ad eccezione del priv, ufficialmente messo da parte), ma con molta probabilità la generazione che ha di fatto detto fine alla vecchia blackberry resterà anch'essa nel passato, seppur tenuta in vita per i giorni a venire dagli importantissimi rilasci mensili con le fix alle problematiche di sicurezza di volta in volta rilevate.

Del dtek50, in particolare, ne ho parlato nell'ultimo video focus pubblicato sul mio canale YouTube (che vi riporto di seguito per comodità):



Personalmente sono soddisfatto del prodotto, ma potrei esserlo di più: il dispositivo è affidabile, non l'ho mai neanche formattato una volta da quando l'ho spacchettato (e ne ha vista di acqua sotto ai ponti...). Ogni mese arrivano abbastanza puntuali le patch di sicurezza (spesso anche prima che sui nexus/pixel) e a volte ne sono state rilasciate di aggiuntive per falle 0-day da fixare immediatamente. La suite di applicazioni di blackberry è davvero curata e permette di ampliare gli usi lavorativi, e lato multimediale il telefono è sicuramente più che discreto.

Quello che mi ha deluso è la (finora) mancanza di un qualsiasi upgrade di sistema (non dico Oreo, ma almeno Android 7.x): se da un lato è vero che Nougat non ha assolutamente rivoluzionato Android, è anche vero però che ha introdotto alcune funzioni utili (in parte, sì, già presenti nella personalizzazione blackberry, ma in parte no):
  1. lo split screen ed il passaggio veloce tra le app in uso
  2. le scorciatoie sulle icone nella home
  3. i nuovi toggle nell'area delle notifiche e la gestione delle risposte veloci direttamente in tendina
  4. il gestore smart della memoria e la nuova organizzazione delle notifiche con le priorità
  5. doze on-the-go, nuove emoji e la possibilità di impostare link tra le applicazioni
  6. la riorganizzazione delle impostazioni di sistema
  7. il data saver per limitare l'uso di dati in determinate condizioni
  8. gli aggiornamenti di sistema senza la necessità di riconfigurazione al successivo riavvio
  9. lo spostamento della fase di richiesta PIN per il decrypt della home direttamente dopo l'avvio del sistema (direct boot), la criptazione a livello di file anziché cartelle e la possibilità di limitare le aree di memoria in cui una app può lavorare
  10. le vulkan API, java 8 e openJDK, JIT
  11. migliorie al media stack (per evitare nuovi attacchi in stile stagefright)
  12. il blocco di numeri chiamanti e le informazioni di emergenza
  13. migliori backup e impostazioni di accessibilità
  14. android for work
  15. night mode e supporto a piattaforme VR
  16. e molto altro
Tra tutte quante quelle citate, in un dispositivo pensato proprio per il mondo enterprise, le già sole funzioni 1, 2, 4, 9, 11, 12 e 14 spingerebbero un qualsiasi produttore che vanta la propria dedizione al settore business ad aggiornare i dispositivi già commercializzati. Ma l'esternalizzazione di sviluppo, produzione e commercializzazione dei device ha portato anche a questo: la difficoltà di rimettere assieme tutti i pezzi (fornitori software, driver, e quant'altro) quando poi c'è l'eventuale possibilità di fare un reale balzo avanti di versione.

Non è detta l'ultima: blackberry potrebbe riuscire a preparare qualcosa, e in caso non preoccupatevi perché sarà mia cura riportarvi tutti i dettagli, sia qui sul blog che sugli altri canali.


A questo punto, in attesa di novità, vi saluto: a presto!

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