31 dicembre 2014

Questa guerra non la vinceremo (cit.)


Ciao ragazzi!
Come vanno le feste? Mangiato tanto? Domanda (forse) inutile... :D

Si sta avvicinando la fine di questo 2014 ed un nuovo anno è alle porte.

Mi è tornata alla mente una domanda che -da decenni- si è sempre accompagnata all'arrivo di una nuova annata tecnologica: sarà questo l'anno di Linux?

Beh, io la vedo così.

Questo interrogativo non ha senso: non l'ho mai condiviso e non ho mai capito fino in fondo se a porlo la prima volta siano state persone vicine al mondo open-source, oppure se fosse nato a mo' di presa in giro di quel movimento così differente agli occhi dei più.

Del resto la costruzione della stessa domanda non funziona del tutto: perché interrogarsi sul futuro senza prima cercare di capire dove si è arrivati e, magari, ricordare da dove si è partiti? Perché investigare solo sui prossimi mesi quando un movimento del genere ci si auspica perduri nel tempo?

Ma, soprattutto, perché parlare di Linux che è solamente una piccola parte -il cuore che può muovere un sistema operativo invero, ma comunque solo una fetta della torta- invece di considerare l'intero movimento?


Quel quesito, sicuramente, è nato tempo fa, in un periodo in cui il mondo dei computer e dell'informatica in generale era molto diverso da quello odierno.

I computer desktop andavano per la maggiore e di laptop ce ne erano pochi, gli smart-phone praticamente non esistevano, i tablet ed i wearable vivevano solo nella finzione cinematografica ed Internet stava lentamente cambiando le abitudini dei soli pochi addetti ai lavori.

All'epoca Windows era il sistema operativo più diffuso, e visto che, come detto, i desktop dominavano la scena (sia in ufficio, sia in casa per chi ne possedeva uno), Microsoft si trovava in una posizione di dominio assoluto.


Sono passati un po' di anni, ed oggi la situazione è differente: il mercato dei PC è in flessione da anni, la vendita di computer portatili ha visto momenti migliori, e smart-phone, wearable, smart TV, tablet ed altre soluzioni ibride stanno entrando in tutte le case e, a volte, anche in diversi ambienti ed ambiti lavorativi, dettando legge sull'evoluzione tecnologica.

Gran parte di questi nuovi dispositivi utilizza sistemi operativi non-Windows: da una parte troviamo il mondo Apple, che ha sempre occupato la sua nicchia di mercato e che l'azienda di Cupertino è stata abile a mantenere costante all'espandersi del mercato, dall'altra Android o altri OS basati su tecnologie open-source.

Microsoft continua ad essere in una posizione grosso modo privilegiata, soprattutto se consideriamo i numeri di tutti i dispositivi in circolazione, quindi sommando tutte le tipologie di device già presenti sul mercato più i nuovi acquisti. I soli numeri delle nuove vendite, invece, i cosiddetti rimpiazzi al vecchio, stanno raccontando tutt'altra storia.

L'azienda di Redmond si è vista sfuggire grandi fette di mercato: il cloud, Internet ed il mobile sono stati dirompenti. Ed in un decennio tutto quello che sembrava essere il percorso naturale del progresso ha subito un cambio di rotta repentino.


Il web ha cambiato il mondo, non solo quello dell'informatica. E chi non si è adeguato è stato tagliato fuori o ne ha subito gravi conseguenze. Esempi banali: Blockbuster, Kodak, Polaroid e gli altri brand storici che si sono rifiutati di passare al digitale, all'e-commerce o agli altri digital trends.

Chi, invece, ne ha approfittato (vedi Google, Amazon, le varie reti sociali e tutti i servizi che si muovono su e con Internet) ora domina realmente la scena mondiale, e non lo fa solamente nel virtuale: lo fa nella vita delle persone.

Quello che è cambiato non sono solo i numeri (sempre più confusi), ma la concezione stessa della tecnologia attraverso gli occhi di Internet.
Oggi non conta più con quale sistema operativo (o addirittura tramite quale dispositivo) vi stiate interfacciando alla rete, quello che conta è ciò che state facendo su di essa.
Il web è un patrimonio della (o un piaga per la :P) umanità, e come tale deve rimanere libero, aperto ed essere un diritto per ogni abitante della terra.


Esso si fonda su tecnologie open, nonostante nel corso del tempo si sia cercato spesso di mettere lucchetti qui e lì (soluzioni proprietarie, incompatibilità, ...).
L'HTML5 è ormai completato e con esso tanti di quei paletti sono stati rimossi: la strada è stata spianata per gli anni a venire.


A quella domanda che molti hanno fatto negli anni e che probabilmente riproporranno ancora, la risposta che mi sento di dare è no: neanche questo sarà l'anno di Linux.

Linux non dominerà mai il mercato, perché ciò non ha senso. Esso è parte di un qualcosa di molto più grande. Esso è utilizzato da altri sistemi che stanno dominando, vedi Android. Esso è la scelta migliore per il mondo tecnologico sempre più modulare che si è andato a configurare con il passare del tempo.

Esso è, forse, l'esempio migliore di come un'idea possa cambiare il corso delle cose.


Vorrei, perciò, porre io un interrogativo:
Si è fatto strada il movimento open/open-source anche quest'anno, e continuerà a tenere banco in quelli a venire?

Bene, a tale questione la risposta è decisamente : l'apertura ha modificato l'avanzamento tecnologico e continuerà a farlo finché ci saranno persone che crederanno in essa.


Buon 2015 quindi!
Nella speranza che anche il prossimo continui ad essere un anno di cultura open/aperta e free/libera.