22 marzo 2018

L'ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono (cit.)


Non ci credo che sono già trascorsi 12 mesi dalla presentazione e seguente mia recensione del Pi Zero Wireless, il più piccolo componente della famiglia dei single board computer della fondazione inglese Raspberry Pi.
Un anno fa il dispositivo arrivava a far compagnia al Pi Zero standard che avevo acquistato soltanto qualche tempo prima, e da allora quel duo è stato per me fonte di ispirazione per diversi tutorial che ho pubblicato qui sul blog e sul mio canale YouTube.

Ma questa è solo una parte della storia...

Come per ogni prodotto che seguo, è giunto il momento di ripercorrere i momenti salienti dell'ultimo anno trascorso in loro compagnia!


16 marzo 2017: recensione - game changers!


Il 28 febbraio 2017, dopo esattamente 5 anni dalla nascita della Raspberry Pi Foundation e la commercializzazione complessiva di più di 12 milioni di single board computer da lei prodotti, come un fulmine a ciel sereno veniva svelato un nuovo componente della famiglia, il Pi Zero Wireless. Si trattava di una versione "aggiornata" del Pi Zero v1.3 che, solo qualche mese prima, aveva a sua volta revisionato il modello originale del novembre 2015. Sia lo Zero che lo Zero v1.3 erano stati introvabili o acquistabili con il contagocce fin dalla loro presentazione, quindi con l'arrivo dello Zero Wireless la fondazione inglese prometteva maggiori scorte e tempi di spedizione ridotti.

I piccoli Raspberry Pi sono dei single board computer costruiti con un'unica board appunto e permettono di dar vita ad innumerevoli progetti DIY (fai-da-te) con grande semplicità. Attorno ad essi, col tempo, si è formata una immensa community di utilizzatori che quotidianamente pubblica in rete guide, tutorial e suggerimenti di varia natura.
Io ero possessore da un anno del modello 3 B che mi aveva fatto avvicinare a quel mondo, rapendo la mia attenzione! Ma c'era qualcosa nei modelli Zero che andava oltre, e che allargava gli scenari d'uso. Per cui non potevo farmeli scappare...



Visto che stavo già smanettando col modello Zero v1.3 recuperato miracolosamente da qualche settimana e che, comunque, avevo pubblicato tantissimi altri articoli e video sul Pi 3 B, evitai di "perdere tempo" e vi portai direttamente tutte le mie considerazioni nella recensione dei due Zero.

Nell'articolo (con relativo video focus approfondito) che pubblicai a metà marzo dello scorso anno (a cui rimando per maggiori dettagli) vi descrivevo tutte le specifiche hardware e le differenze tra i due Zero con il modello 3 B. Fondamentalmente lo Zero Wireless rispetto al "vecchio" modello (v1.3) aggiungeva un modulo combinato con le antenne per le trasmissioni WiFi e Bluetooth.

Il Pi 3 B era stato uno di quei dispositivi che avevano segnato una svolta nel mondo del computing e del mondo makers: la sua versatilità e la sua potenza sufficiente ad eseguire i più disparati compiti lo avevano consacrato come il re del DIY in ambito elettronico. Anzi non solo del fai-da-te, visto che sempre più iniziava ad essere utilizzato come base per progettazione di prodotti da portare poi in commercio. E tanti big del settore avevano iniziato a tenerlo in seria considerazione con la creazione di framework e librerie atte a sfruttarlo a 360°.
Gli Zero (soprattutto la variante Wireless), invece, potevano cambiare le regole e le dinamiche del mondo IoT: consumi minimi e dimensioni ridottissime li avrebbero potuti consacrare come la scelta ideale per la progettazione di dispositivi sempre connessi, sempre più piccoli e sempre più smart.


Ma ciò che rendeva questi device imbattibili era soprattutto il prezzo: 5$ per il Pi Zero e 10$ per lo Zero Wireless contro i 35$ per il Pi 3 B escluse tasse, spedizioni ed accessori "indispensabili" per l'uso. I prezzi reali, tutto compreso (microSD, PIN per l'header GPIO, case, eventuali dongle WiFi/BT/Ethernet per lo Zero, adattatori miniHDMI-HDMI e/o microUSB-USB per entrambi gli Zero, e così via), si tramutavano facilmente in 30€ per lo Zero e 25€ per lo Zero Wireless contro i 70€ del 3 B. E sì, lo Zero Wireless per usi basati sulla connettività di rete era potenzialmente più economico del suo predecessore!

Evito di ripetere quanto già presente nella recensione, ma voglio riportarvi quelle che furono le mie considerazioni:
Se dovessi dare un voto numerico per valutare i Pi Zero, punterei ad un 9 e ½ per lo Zero Wireless ed un 8 e ½ per lo Zero v1.3: il primo ha tutto l'occorrente integrato e, accessori compresi, viene a costare meno del secondo che, però, rimane il single board computer più economico se non si è interessati alla connettività di rete.
La Raspberry Pi Foundation da qui ai prossimi anni si concentrerà principalmente sul lato software, poiché con il Pi 3 B ed il Pi Zero Wireless si sono raggiunti punti oltre i quali la potenza hardware non riesce ad apportare apprezzabili differenze. Forse ci saranno revisioni dei modelli attualmente in commercio, ma non è neanche detto. E per me è la scelta giusta e la direzione che separerà ancor di più i Raspberry Pi dalla concorrenza.
E devo dire che a 12 mesi di distanza quelle previsioni si sono avverate!

Ma andiamo con ordine...


Aprile - Agosto 2017: tutorial, coderdojo, tutorial, aggiornamenti, tutorial (:-D)


I mesi successivi alla commercializzazione del Pi Zero Wireless confermarono le intenzioni della fondazione: nessuno stravolgimento lato hardware, ma tanto supporto lato software e a livello comunitario. Mentre infatti esplodeva l'interesse verso il mondo dei single board computer (sia in termini di idee e progetti/tutorial pubblicati in giro per la rete, sia in termini di vendite), ecco che a fine maggio la Raspberry Pi Foundation annunciava una unificazione col movimento coderdojo: le due entità sarebbero rimaste indipendenti, mentre alcuni membri al comando avrebbero iniziato a presiedere in entrambe le board decisionali per portare avanti obiettivi comuni e non.
Personalmente la ritenevo (e la ritengo tuttora) davvero un'ottima notizia poiché i due movimenti avevano da sempre condiviso gli stessi principi e portato avanti tantissimi temi comuni, come l'insegnamento dell'informatica ed elettronica ai più piccoli (e non solo).


E così, tra un tutorial e l'altro, era arrivato il momento di mostrarvi in video che cosa potesse realmente fare un Pi Zero visto che, nonostante le caratteristiche inferiori rispetto al 3 B, era pur sempre un single board computer!
In quel focus decisi di concertarmi principalmente sugli usi non-IoT, presentando alcuni dei sistemi compatibili: rispetto al modello 3 B, che godeva (e gode tuttora) di un supporto immenso, gli Zero avevano qualche possibilità in meno.

Ma non per questo non erano in grado di dare soddisfazione!


Settembre 2017: 6 mesi di Pi Zero


Erano passati sei mesi (o poco più) dall'acquisto dei Pi Zero, e fu a quel punto che decisi di dare un senso al fatto di averne due in giro per casa. Fino a quel momento, infatti, avevo utilizzato i mini single board computer principalmente come supporto al Pi 3 B per i vari tutorial che avevo iniziato a pubblicare sul blog. Decisi di lanciarmi in un qualcosa di più "appagante": la costruzione di un robottino in grado di muoversi e magari compiere qualche altra operazione. Sarebbe diventato un progetto a puntate, con l'aggiunta di una nuova funzionalità ad ogni evoluzione!
E le dimensioni ridotte, i consumi inesistenti, la potenza di calcolo più che adeguata per lo scopo e le antenne WiFi integrate del modello Zero Wireless cadevano a fagiolo.

Nel frattempo Raspberry Pi aggiornava Raspbian PIXEL, il sistema operativo ufficiale con il quale è possibile controllare i device della fondazione inglese, allineandolo al ramo 9.0 (Stretch) di Debian, portando diverse modifiche rilevanti soprattutto sotto al cofano.

Ma ora era tempo di smanettare!


Ottobre 2017 - Febbraio 2018: #Ro-Pi, tutorial, Pi Zero WH

 

E così, tra un tutorial e un altro, iniziai a giocare con il Pi Zero Wireless: decisi di costruire una sorta di automobilina capace di muoversi su di un piano, ma allo stesso tempo di aggiungere sensori e quant'altro per aumentarne le capacità. Ad ogni aggiunta corrispondeva un video sul canale YouTube per documentare e spiegare ogni passaggio, cosicché fosse possibile anche a tutti voi che mi seguite replicare lo stesso progetto.

Ciò non toglie comunque che continuai a utilizzare anche il Pi Zero v1.3 per creare altri progettini. E mentre iniziavano ad arrivare su kickstarter progetti ben più ambiziosi del mio, come PIP (basato però sul Compute Module 3), a cavallo del 2018 la fondazione autorizzava i suoi rivenditori ufficiali a commercializzare una variante dello Zero Wireless con i PIN per la testata GPIO già pre-saldati (soluzione ottima per i meno pratici): benvenuto Raspberry Pi Zero WH.

Era comunque tempo di dare una nuova svecchiata a Raspbian OS (con nuove funzionalità molto interessanti, come il boot via rete e l'accesso via USB al GPIO) e soprattutto tranquillizzare gli utenti contro le minacce di Spectre e Meltdown: tutti i single board computer della fondazione inglese ne erano semplicemente immuni!

Ma il viaggio verso la prima candelina continuava...


Marzo 2018: un anno di Pi Zero e Zero Wireless, Pi 3 B+ e il futuro


E così eccoci qui, l'avventura iniziata un anno fa è solo agli albori: da qui ai prossimi mesi continuerò a lavorare sul mio robottino e a portarvi nuovi tutorial sul blog e chiaramente sul canale YouTube.

In questi giorni la fondazione inglese, in concomitanza col π-day (14 marzo), ha rilasciato un nuovo upgrade per Raspbian OS e, soprattutto, ha annunciato l'arrivo di un nuovo componente della famiglia Raspberry Pi, il Pi 3 B+. Si tratta di una revisione del vecchio Pi 3 B con una gestione migliorata del calore, LAN Gigabit ed integrazione di un modulo WiFi 5 GHz. Il clock del SoC è stato leggermente aumentato (da 1.2GHz a 1.4GHz) cosa che purtroppo ha portato i consumi raggiungibili a quasi il doppio di quelli del predecessore (7W contro 4.4W), ma c'è anche il supporto al Power-over-Ethernet.


Per il resto non ci sono altre differenze e, esattamente come era prevedibile, la fondazione continua con il lavoro di ottimizzazione lato software e sui progetti comunitari piuttosto che spingere sulla potenza hardware. Del resto il Pi 3 B era già anche troppo potente per gli usi per i quali i single board computer vengono solitamente utilizzati, ed il 3 B+ non fa altro che andare a ritoccare quelle mancanze di connettività che c'erano.

Personalmente resto dell'idea che, tra tutti i device finora prodotti dalla fondazione, il Pi Zero W sia il modello più riuscito per via delle dimensioni microscopiche, dei consumi irrisori e del prezzo talmente accessibile che può davvero avvicinare chiunque al mondo dell'elettronica. Poiché ha integrato il modulo WiFi può essere utilizzato out-of-the-box per lavorare a progetti di ogni tipo, soprattutto IoT, ma anche per altri usi di varia natura.

Spero vivamente che nei mesi a venire la Raspberry Pi Foundation continui a migliorare il concept degli Zero piuttosto che provare a rincorrere con modelli più costosi i concorrenti che stanno iniziando a spuntare fuori. Ad esempio Asus, con le sue due Thinker Board, sta puntando tutto sul supporto alla riproduzione di filmati 4K, sull'aggiunta di porte USB 3.0 o altre caratteristiche "pompate"; altri single board computer dalla Cina, invece, più o meno famosi, stanno cercando di attirare l'attenzione offrendo anche loro qualcosa in più lato hardware. Tutte queste alternative, però, soffrono di un problema comune: l'assenza di una community forte come quella che ruota attorno ai prodotti di Raspberry Pi, oltre a dover necessariamente avere un prezzo più elevato per via delle componenti utilizzate. Mai come in questo caso vale il detto che la potenza è nulla senza il controllo.

La fondazione inglese, in quanto tale, non opera necessariamente a fini di lucro, ma anzi vista anche l'unione con coderdojo ha tutt'altri interessi, e sono certo che continuerà con il suo profilo basso, inclusivo ed ottimizzato piuttosto che lanciarsi in sfide a chi ce l'ha più grosso... il clock!


Prima di salutarvi, per comodità vi riporto il video abbinato a questo articolo che ho pubblicato sul mio canale YouTube:



Alla prossima!

Nessun commento:

Posta un commento